La lingua dell’innovazione.
“Cosi un uomo ha sedici modi di dire verde”. Che la lingua abbia una forte influenza nel determinare la percezione del mondo intorno a noi non è solo una querelle filosofico-linguistica che farebbe impazzire il buon Chomsky e tutti i teorici dell’innatismo dei linguaggi naturali. Prima delle tesi dell’intellettuale americano, infatti, era centrale l’idea che ogni lingua si caratterizzasse per una diversa specificità.
Dall’idealismo romantico che portava nell’Ottocento Humboldt a sostenere l’influenza che la lingua ha sulla categorizzazione culturale del mondo, le varie “mentalità nazionali”, allo stesso concetto di arbitrarietà formulato da Saussure, fino ad arrivare all’ “ipotesi Sapir-Whorf” , secondo la quale la lingua di un dato gruppo culturale determina la visione del mondo di quella cultura. Ciò è particolarmente evidente nel lessico dei colori o della parentela. Cosi afferma Boas, l’eschimese dispone di tre termini denotanti la neve nelle sue diverse qualità, laddove l’italiano prevede la sola parola neve e deve ricorrere a sintagmi o perifrasi per dire neve farinosa, neve ghiacciata, e neve eterna e specificarne il tipo, cosi afferma Niccolò Fabi quando ricorda in musica che in Africa un uomo ha ben sedici parole diverse per dire “verde”.
E allora, senza entrare nel vivo del binomio universalismo vs relativismo linguistico, possiamo fare ritorno ai nostri giorni e provare a capire che per ritornare a crescere ed abbracciare definitivamente nella nostra quotidianità un nuovo modo di intendere l’innovazione è importante acquisire una certa familiarità con il linguaggio dell’innovazione. Innovazione, uno stile, una speranza, il vettore per differenziarsi, la direzione di chi vuole cambiare le cose.
Ma cosa si vuole intendere realmente con il termine innovazione. Se ricerchiamo questa parola su Google potremmo perderci tra milioni di link e risultati, e se invece ci rifugiamo nella definizione di un vecchio dizionario, leggiamo: Innovazione: Modificazione, perlopiù in meglio, dello stato di cose esistente . Un inno al cambiamento, una speranza oltre che una reale esigenza ma che nel profondo richiama a sé una modifica sostanziale a vecchi modi di concepire le dinamiche che applichiamo nei rapporti, nel lavoro, nel business cosi come in tutte le relazioni che costruiamo intorno a noi.
Un nuovo processo che affonda le sue radici attraverso tre fattori fondamentali: la collaborazione, la rielaborazione di nuove forme (nuovi linguaggi), la contestualizzazione.
Innovazione è, infatti, una nuova cultura che parta dal collaborare insieme attraverso la condivisione di informazione di qualità, produrre valore ridisegnando schemi nuovi, uscendo fuori dalle logiche tradizionali: un’ azienda che vuole fare innovazione deve aprirsi alle metodologie lean del mondo delle startup, implementando nuovi importanti processi per gestire i suoi nuovi progetti, servizi, prodotti ma soprattutto per intercettare le sfide della modernità ridisegnando le sue strutture di base. Innovazione è parlare una nuova lingua, che non si limiti all’apprendere i neologismi ed i termini anglofoni, ma soprattutto renda possibile l’acquisire un linguaggio universale (Chomsky) per abbracciare una naturale predisposizione alla condivisione e alla cocreazione, alla ricchezza della contaminazione, e alla capacità attraverso ogni rete, fisica, naturale, relazionale, di generare nuovi processi di creazione di valore. Innovazione è un nuovo alfabeto di segni che inevitabilmente ci chiede di essere compreso ed applicato per condividere e poter interagire nelle nuove forme e soprattutto nei contesti che nascono ogni giorno (coworking, visual thinking, hackaton, workshop, makers).
Innovazione è acquisire la versatilità di interagire in nuovi spazi (fisici, collettivi, digitali), in diversi ecosistemi e nuovi contesti. Tanti mindset legati alle varie culture e sottoculture, all’interno delle quali ci troviamo, ai vari mercati nei quali decidiamo di operare, alle community che costruiamo attorno al nostro brand. Non si trasferisce infatti in maniera diretta un modello di business, né un format o una semplice idea. Un’interessante curiosità è il constatare che oggi un ragazzo in Africa può con uno smartphone accedere a più informazioni rispetto a quanto poteva fare il Presidente degli Stati Uniti quindici anni fa (KURZWEILL). E’ invece un’ interessante possibilità che quel ragazzo possa insegnarci una nuova prospettiva condividendo i suoi sedici modi di dire verde.