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Social Commerce: reciproche influenze ed esperienze d’acquisto condivise

Il primo set di tesi del The Cluetrain Manifesto sostiene che i Markets are conversations (i Mercati sono Conversazioni) evidenziando come i nuovi media consentano di poter generare discussioni, conversazioni, consigli tra le persone attorno ad un prodotto specifico. “Attraverso Internet, le persone stanno scoprendo e inventando nuovi modi di condividere le conoscenze pertinenti con incredibile rapidità. Come diretta conseguenza, i mercati stanno diventando più intelligenti e più veloci della maggior parte delle aziende”.

E allora spazio nel mondo dell’ E-Commerce all’inserimento ed all’integrazione sinergica all’interno delle rete sociali puntando sul ruolo fondamentale dei network, delle comunità online e soprattutto alla loro capacità, attraverso la condivisione di informazioni, di poter entrare a pieno nei processi di vendita, di diffusione ed in alcuni casi anche di creazione del prodotto.

 

Affinchè il commerce possa tingersi di social è importante tener presente 6 regole chiave da porre al centro del processo di promozione di un prodotto considerando come fulcro non più la tecnologia, strumento che comunque mantiene un ruolo fondamentale all’interno del processo d’acquisto, bensì le persone. Un’azione strategica diventa importante se strutturata attraverso un sistema di influencere soprattutto fondato su principi psicologici della Influence come la social proof (quel fenomeno psicologico in cui le persone tendono ad imitare le azioni degli altri che a loro avviso riflettono il comportamento corretto per una data situazione ), una authority (un leader che sappia consigliare saggiamente), una scarcity (offerte limitate e poca disponibilità del prodotto, quindi esclusività), un like (consenso), una consistency (strutturando un obiettivo forte intorno)ed infine la reciprocity (principio per il quale se io ti faccio un favore e facile che tu possa ricambiarmi).

 

Dopo aver dato corpo alla strategia, risulterà importante per le aziende progettare un’azione mirata che sappia occuparsi a diversi livelli di Buyers community , Group buying (Groupon), Purchase sharing (JustBoughtIt), Curation (Pinterest, Blog, Storify), Social advice e Co-shopping .La dimensione e la potenzialità del social commerce, come del marketing online, è una strada tutta da percorrere ed esplorare. Nei suoi diversi articoli Fred Cavazza ha indicato come fondamentale per una buona strategia social commerce sei importanti processi :

 

Visibility (raggiungere attraverso le reti sociali la massima capacità di diffusione)

Reputation (fondamentale per intercettare la percezione della marca e del prodotto)

Proximity (nella capacità di dialogare in modo forte e diretto con i nostri clienti)

Contextualization (la capacità di strutturare un’esperienza d’acquisto unica)

Recommendation (la possibilità data attarverso i dati disponibili del consumatore di poterlo indirizzare verso un nuovo acquisto)

Customer care (non c’è posto migliore dove poter dimostrare il proprio affetto per la community).

 

Se all’estero e soprattutto in America nascono come funghi le startup che mescolando CrM, Social media, big Data e marketplace producono strumenti online per generare una strategia social che possa abbracciare ed intercettare le varie community social all’interno delle varie piattaforme sociali in maniera specifica e contestualizzata alla tipologia del prodotto e della user experience del target, in Italia assistiamo ancora, all’interno delle preferenze dei vari venditori, al predominio di Facebook che porta più vendite e traffico, 200 volte più di Twitter, con quasi il 78% delle aziende top che compra FB ads (soprattutto per non far abbassare l’engagment), l’uso del social login di FB, formidabile per fare ads rilevanti e customizzare il catalogo, il social discovery, cioè l’implementazione all’interno degli store online della combinazione di dati dai social esterni con user generated feedback interni (cuori, “love”, commenti, recensioni, acquisti), in grado di raddoppiare i tempi di permanenza sul sito, ed elevare di gran lunga le percentuali di acquisto (basta prendere spunto dallo store social dell’anno freepeople.com )

La strada per l’affermazione del Social Commerce in Italia è appena iniziata, con le previsioni di Gartner che vogliono nel 2015 il 50% delle vendite via web avvenire tramite l’esperienza Social ed applicazioni mobile. C’è chi si muove in anticipo ed è il caso di Blomming, ma soprattutto di Fancystanno già cavalcando la giusta direzione.

 

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